Maturità

mercoledì 16 settembre 2015

Maturità

Beh, io dico che che non c'è più poesia, non la sento, forse l'umanità ha perso il tocco. E
se resiste, è per uscire dal letto e riprendersi le scarpe e fuggire lontano dal mio prato - ecco che succede ad addestrare i cani ad azzannare i ladri - io non c'entro, passavo di lì per caso ad annaffiare i fiori.
Lo ammetto, l'ho vista chiedere la via e ascoltare attenta, l'hanno
travolta - un bus è uscito chissà dove da quel canyon - il suo fiato è stato breve, non sapeva che dire. Ma ero felice, perchè la sua mano, m'avea sfiorato - che cos'è stato, niente
adesso
dormi, ti racconto domani. Domani. Arriva più presto quando le palpebre
schizzano sotto le stelle che ti si tuffano contro, ti svegli e ridi, ti sveglierai senz'altro
ancora, non sarà qui, non sarai umano, così umano.

Scrivo allora un paio di righe
alla mia più cara amica, fortuna cieca, speranza insorta, reietta magra ma buona. Felice di averla
incontrata, lungo la strada, anche se non ricordo. - vieni qui alle due, senitirai
un fischio. - ho casa libera. Saremo bestie, fusi assieme nel fango. E chi ti riconoscerà
dopo, sarai uguale a tutte le altre! Non vedo più il cielo tanto è sommerso, dal tuo cibo raffinato e
dalle tue parole tenere - che bravo cacciatore sarei stato!
Ma resto qui,
in fila fresco, senza ticket, senza fame.
Ho preso la Maturità, saranno tre anni, cerco di limitare i danni, alzarmi sazio, dormire saggio.

Strapperò un pezzo della tesi per dimostrarlo, 

ecco un po' della 
mia sublime ignoranza. Mangiate e riempitevi. Appena pubblicata. 
Questo è il primo racconto. Il titolo è Sottomarca. Narra di coltelli, francobolli sotto il palato e vecchi duri a morire. L'ebook è disponibile su Amazon Kindle Store e mille altre librerie online. Quali sono le vostre scuse? 
Leggete, leggete - vi apre la mente. Sì, proprio come gli acidi, e viaggiare...e un volo sull'asfalto blu.  











                                Sottomarca






-a me fanno impazzire le parigine
-perché proprio loro
-non lo so, non c’è un perché, cioè, non hanno mai fatto qualcosa per piacermi così tanto, sai, è come quando mangi i cetrioli sott’aceto, magari li togli pure dal panino, però quando apri uno di quei vasetti con quei cetrioli enormi, ne mangi uno, due, tre, fai fatica a smettere, ti piacciono di brutto
-a me i cetrioli fanno cacare
-anche quelli sott’aceto, non ci credo!
-tutti i fottuti cetrioli
-ok…ok, ma li hai mai provati almeno
-li tolgo sempre dal panino, quegli stronzi!
-anche io, è quello il fatto, nel cheeseburger non posso reggerli, ma in vasetto, affogati nell’aceto, mi danno assuefazione quei bastardi verdi
-io non li ho mai provati sott’aceto, ma sono sicuro che non ne farei una droga
-che cazzo ne sai, scusa
-lo so, lo so e basta!
-cosa vuol dire, ma senti come parli, sei prevenuto
-adesso comincio a odiarli i cetrioli
-ecco, vedi, sei così prevenuto che le rarissime volte in cui ti capita di trovare una tipa disposta a farsi maltrattare da te, ecco che ti masturbi senza neanche darle l’opportunità
-non ti ascolto più
-bravo fai così, stronca discorsi che non comprendi
-che poi non ho ancora capito cosa ti fa sclerare nelle parigine, ma poi tu a Parigi ci sei mai stato
-ma che cazzo hai capito!
-cosa
-le calze! testa di cazzo, parlavo delle calze!
-quali calze
-le parigine, merda! le parigine!
-mah
-dai…quelle che arrivano appena sopra il ginocchio
-boh
-sono la cosa più seducente al mondo
-più della fica
-no, è chiaro che chi le porta deve avere una base di giustezza fascino o carattere, ma dirò che valorizzano pure chi di fascino non ne ha da vendere
-come le autoreggenti
-no, due universi paralleli
-per dieci centimetri 
-si sono proprio quei dieci centimetri che cambiano tutto quanto
-posso chiedere il perché
-claro, le tipe con le autoreggenti coprono tutto quello che possono e stanno sempre a sistemarsi la gonna, si mettono le calze perché dentro di loro pensano di avere quel sottile fascino da femmina fatale un po’ puttana un po’ educanda, ma in realtà non ce l’hanno, sono le stesse che attaccano quella che a loro dire più s’atteggia a puttana nel locale, solo perché ha le tette e può permettersi un vestito scollato. Lo fanno perché la invidiano. Perché loro le calze le mettono solo per autoconvincersi, mi segui, invece le tipe con le parigine se ne sbattono di sembrare quello che non sono, perché sono già quello che le altre vogliono sembrare, claro
-adesso sì che ho gli occhi spalancati
-lo sapevo
Campanello.
-forse è il parlare di stronzi verdi e stronze di lana, mi è venuta fame
-hai massacrato il frigo due ore fa, lo sai che sei un fottuto ciccione 
-non è colpa mia se l’ultima volta che hai fatto la spesa il super si chiamava emporio 
Campanello.
Campanello. 
-sfondati pure tanto è merda scaduta, io vado ad aprire a questi disturbatori della quiete pubblica
Campanello.
Campanello.
Campanello.
-arrivo, cazzo
Tommy apre la porta con l’aria di chi non è stato disturbato ma vuole darlo a vedere. 
René entra in cucina con la faccia di chi si ricorda vagamente di aver visto i formaggini Mio nel frigo.


I WANT MORE!













Leggere attentamente le avvertenze prima dell'uso. In caso di malessere contattare al più presto un medico. Tenere fuori dalla portata dei bambini, dei moralisti debosciati e delle donne senz'anima.

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