Maturità

martedì 22 settembre 2015

Maturità...Sottomarca - parte 5

Da Maturità




-Chi era
-chi
-alla porta
-nessuno che poteva tirarci fuori indenni da questo buco
-si, ma cosa voleva
-difendere la quiete del suo appartamento da alcuni loschi figuri
-chi
-ehi dov’è il poliziotto buono
-ti ho solo chiesto chi era
-va bene cazzo, poi però voglio un bicchiere d’ acqua e una sigaretta, e un telefono
-non fare lo stronzo
-non fare il ciccione inquisitorio
-era scopabile
-necrofilo
 Maturità
-un cadavere
-quasi, si
-quindi
-cosa
-chi era, chi cazzo era, mi stai fottendo il cervello
-ok…non voglio infierire oltre, era la gentilissima padrona di casa
-la Privetti
-proprio
-cosa voleva la schizo
-proteggere il suo religioso sonno da certi sacrileghi disturbatori
-cosa ti ha detto
-sei troppo grasso per essere un cane molecolare
-non era una domanda difficile
-ma è difficile reggerti quando tieni quest’atteggiamento percussivo
-vaffanculo non me ne frega un cazzo
-abbassa due watt lo stereo
-te l’ha chiesto lei                                
-no, lei mi ha chiesto di sbatterla senza alcuna dignità fino a farle perdere i sensi, io ti chiedo di abbassare la musica…la testa
-fottiti, vai tu sei più vicino
-secondo quale legge fisica io sarei più vicino
-tu hai la poltrona
-si, ma la poltrona del cazzo è più lontana del tuo divano
-ma il mio divano del cazzo dà le spalle allo stereo
-ma lo stereo del cazzo è a un metro e mezzo dal tuo divano
-io non vedo lo stereo, dovrei alzarmi e girarmi e fare tutto il giro del divano, tu sei più vicino
in linea d’aria, e, vantaggio non trascurabile, vedi già lo stereo e sei già nell’ ordine di idee di abbassare il volume
-forse ho capito, tu sei un obeso ingombrante pezzo di merda che fa fatica ad alzarsi dal divano dopo che c'è sprofondato dentro con tutto il culo a due piazze che si porta dietro nella sua triste quotidianità intervallata da scleri premestruali come quello a cui si assiste ora
-hai mica un ananas
-porcalaputtana, ti ricordavo più resistente al lisergico
-un ananas
-hai forse visto un maledetto ananas in frigo o i baffi mi sono cresciuti così tanto
-in frigo ho visto solo un cappio e tante lacrime, e i tuoi baffi non possono neanche chiamarsi tali
-toccava a te trascinare il culo al super questa settimana
-io la sapevo diversa la favola
-questo perché il grasso ti è arrivato al cervello e hai perso pure le poche facoltà intellettuali che ancora potevi vantare, diciamo quelle standard di sopravvivenza, come ricordarsi di fare la spesa perché te lo dice lo stomaco
-sarà, ma toccava a te
-sarebbe toccato a me se tu non avessi ignorato il tuo turno la settimana scorsa
-porcadiquellaputtana la settimana scorsa sono stato qui appena due ore
-era il tuo turno e me ne sbatto se sei venuto qui a rifare il pavimento o a scoparti due scrofe nel fango
-vado a comprare un ananas
René sbatte la porta e rotola nella notte, impavido custode delle tradizioni e dei veri valori come non ne se ne vedono più neanche in Tirolo, calzettoni di lana verdi e ipotalamo mangiato dall’ acido.
Tommy bestemmia alla poltrona vuota, sgomento nel constatare la profondità del calco lasciato dal quarto posteriore alpestre, a cui non fa nemmeno in tempo a dire di prendere le Marlboro.


To be continued....

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