Maturità

domenica 23 agosto 2015

The Old Fools

To whom who hardly tried
to die young.

By Philip Larkin





















I vecchi idioti



Che cosa pensano sia stato, i vecchi idioti, a farli
diventare come sono? In qualche modo ritengono 
che sia più da grandi quando la tua bocca resta aperta e sbava,
e continui a pisciarti addosso, e non riesci a ricordare 
chi ha chiamato questa mattina?
O che, se solo scegliessero, 
potrebbero tornare a quando ballavano tutta la notte, 
o andavano al loro matrimonio, o mettevano le armi in spalla qualche settembre?
O s'illudono che non ci sia stato davvero alcun cambiamento, 
e si sono sempre comportati così, come fossero storpi o sbronzi, 
o hanno sopportato giorni di continuo sottile sognare
guardando il movimento della luce? 
Se non lo fanno (e non possono), è strano;
Perchè non stanno urlando?

Alla morte ti disintegri: le briciole che eri 
cominciano a schizzare via una dall'altra per sempre
con nessun testimone. 
E' solo oblio, vero:
l'abbiamo già provato, ma allora stava per finire, 
e tutto il tempo si fondeva nello sforzo unico 
di far sbocciare il fiore dal milione di petali
dell'esistenza. 
La prossima volta non puoi fingere
che ci sarà qualcos'altro. 
E questi sono i primi segnali:
Non sapendo come, non sentendo chi, il potere di scelta
andato. 
Il loro aspetto mostra che sono lì per quello:
capelli cenere, mani da rospo, facce di prugna essicate tra le rughe - 
come possono ignorarlo?

Forse essere vecchi è avere stanze illuminate 
dentro la tua testa, e persone all'interno, che si comportano come persone
che conosci, ma a cui non riesci a dare un nome; ognuno incombe 
come una profonda perdita risanata, voltandosi da porte conosciute, 
appoggiando lampade, sorridendo da una scala, estraendo 
un libro conosciuto dagli scaffali; o qualche volta solo
le stanze stesse, sedie e un fuoco che brucia, il cespuglio soffiato alla finestra, 
o la tenue cordialità del sole sul muro 
dopo la pioggia in qualche solitaria sera di mezz'estate.
Ecco dove vivono: 
non qui e adesso, ma dove tutto è successo una volta.
Ecco perchè danno

un'impressione di confusa assenza, provando ad essere là
eppure essendo qui.
Perchè le stanze crescono sempre più, lasciando
freddo incapace, il costante danno da usura
di un respiro preso, e il loro accovacciarsi sotto l'alpe
dell'estinzione, i vecchi idioti, senza mai accorgersi 
di quanto sia vicina. 
Forse è questo che li fa stare calmi: 
la cima che sta in bella vista ovunque andiamo
è per loro terra che cresce. 
Riescono mai a dire cosa li sta trattenendo, e 
come finirà? Non di notte? 
Non quando arrivano gli sconosciuti? Mai, durante 
l'orribile infanzia rovesciata?
Beh,
lo scopriremo.


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