Maturità

martedì 22 settembre 2015

Maturità...McPollastre

Un altro racconto estratto da Maturità
A dominare queste pagine gli ormoni pirotecnici delle donne di Barcelona, che, arrapate come suore all'Apocalisse, cercano di strappare pelle e dignità ad un povero, felice, turista italiano. Leggete, fatevi grasse risate, e se non vi basta, leggetelo fino in fondo



McPollastre



Qualcosa di vagamente somigliante a un orgasmo le sta senza dubbio prendendo la faccia.
Almeno così risulta da una sommaria indagine svolta da avamposto clitorideo. Carlo non ha mai visto niente del genere, nemmeno quando ad essere sconvolti erano i lineamenti irrimediabilmente perfetti della sua stramaledetta ex. Ma quando al tuo fallo viene chiesto di fare staffetta con banane e zucchine il romanticismo in qualche modo ne risente. Anche se diventi vegetariano e non consumi gli ortaggi prima di averli insaporiti con la salutare secrezione della tua anima gemella.
Occhi che roteano denti che stridono e spasmo alla mascella. La splendida dolce ragazza che ha agganciato a Barceloneta appena un’ora fa è diventata un quadro cubista, di quelli che vantano zero rispetto per le forme e la geometria umana. Anche se non apprezza la scelta stilistica, Carlo non può negare l’assoluta morbidezza del risvolto labiale dentro cui è sprofondato, ma non può evitare che la bocca si secchi e la lingua si ritiri nel palato, non quando un bell’occhio verde resta fisso su di lui e l’altro continua senza alcuna logica a sparire e riapparire dalla palpebra. 
Carlo cerca di ricordare se la sua ex lo avesse mai venerato, avesse eretto una statua o una targa commemorativa in suo onore per le leggendarie capacità orali, ma non riesce a concentrarsi, l’occhio è sparito e sembra che i denti stiano per spezzarsi, e dalla ragazza che tiene le sue spalle in una morsa d’acciaio potrebbe benissimo uscire un gremlin incazzoso come una biscia. Sta per mollarla lì, occhi schizzati e metamorfosi inclusa, calpestando il codice deontologico che impone a un gentiluomo di non abbandonare una arrapante signora sull’orlo dell'orgasmo – quando diventa cieco. Succede così, rumore di vetri rotti e scarico del cesso, e lui non ci vede più.

La posseduta è esplosa. 
In faccia. Negli occhi. Carlo vede bianco, vede solo deflagrazione. Qualche secondo di apnea e panico, poi le narici si stappano. Cerca di alzarsi stordito, ma la terrorista biologica non molla la presa. Allora morde forte l’interno coscia liscio e abbronzato, e sente i muscoli di lei allentarsi. Sfrega violento la faccia, ma i fluidi corporei alieni si sono già solidificati, quella che cerca di grattare via è una spiacevole maschera seminale. 
Si sente un neonato invischiato nella vagina di un mostro. Sbatte contro porte e arredamento e strategicamente cade di faccia sul lavandino, per il dolore ci sarà tempo dopo, adesso deve assolutamente togliersi quella maledetta placenta dagli occhi. Apre il rubinetto e si schiaffeggia l’occhio, acqua bollente e rantolo da bestia ferita. Sposta il getto sul freddo non credendo del tutto a quello che è costretto a fare, si stupra l’occhio destro con indice e medio. La metà destra della faccia è insensibile quando finalmente vede affiorare un po’ di luce, si guarda allo specchio. Riderebbe se solo trovasse un motivo per farlo, sembra il fantasma dell’opera del cazzo, ma in una versione che non lo farebbe cagare di striscio nemmeno da Christine.
Di là cade qualcosa, forse una moneta. 
Carlo si è dimenticato della mutante.


Later

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